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Articoli dedicati alle trasmissioni wireless con annessi e connessi… Antenne, software, soluzioni e consigli.

Calcolo attenuazione di tratta nei collegamenti wireless
Realizzando link e collegamenti wireless appare evidente nella progettazione del collegamento fare riferimento all’attenuazione di tratta in cui il segnale subisce una evidente attenuazione in modo direttamente proporzionale alla distanza che si pone tra l’antenna ricevente e trasmittente.

Questo valore è assai importante in quanto ci permette di desumere, assumendo come potenza effettivamente irradiata dall’antenna trasmittente, pari al valore legale di 20 Dbm, quale valore di segnale sarà disponibile a valle dell’antenna ricevente, tenendo quindi conto della fattibilità del collegamento in base alla sensibilità del ricevitore.

Utilizzando il tool di calcolo seguente è sufficiente inserire i parametri richiesti per ottenere il valore di attenuazione di tratta dei segnali wireless da noi trasmessi dopo la tratta data.

Progettazione link e collegamenti wireless
Per la progettazione di link wireless sono necessari alcuni tool che ci permettano di dimensionare un link wireless restando nella legalità di quanto disposto dal ministero delle telecomunicazioni nel merito del massimo campo EIRP allo stesso tempo dimensionando tutti i parametri per ottenere un collegamento wireless stabile ad una certa distanza. I parametri fondamentali sono i seguenti:

Verifica della visibilità ottica, attenuazione di tratta e linea di orizzonte.

Nei prossimi articoli valuteremo anche i calcoli relativi alla potenza emessa, i guadagni delle antenne, le attenuazioni dei cavi e dei connettori usati ed anche la valutazione di quanti km effettivi di copertura siano ottenibili nel nostro link con una potenza massima di 20 Dbm.

Disturbi sulle reti wireless

Sempre più spesso capita di utilizzare la tecnologia wireless per la radiocomunicazione, la trasmissione di dati tra computer e dispositivi. Questa tecnologia ha effettivamente risolto molte problematiche legate all’utilizzo di fili sulle piccole e medie distanze, ricordiamo infattti che questa tecnologia può essere utilizzata con determinate limitazioni dettate dal ministero delle comunicazioni per connettere dispositivi, pc e reti anche a distanze più elevate.

Con l’utilizzo massiccio delle frequenze dedicate a questi usi, tuttavia, si sono implementati di pari passo i problemi legati a sovrapposizioni di canali, utilizzi simultanei, battimenti di segnale ecc. Vediamo in seguito di definire meglio le tipologie di reti wireless, i protocolli, i canali, e le problematiche associate relativamente ai rimedi possibili.

Il Wi-Fi usa due bande dello spettro elettromagnetico: 2,4 GHz e 5 GHz. Praticamente tutti gli apparecchi wireless venduti prima del 2007, usano i 2,4 GHz. La banda dei 5 GHz è disponibile da alcuni anni, ma solo gli apparecchi recenti hanno iniziato ad approfittarne.
I 2,4 GHz sono una frequenza non riservata (altre frequenze sono di uso esclusivo delle forze dell’ordine, dei mezzi di soccorso e così via). Quindi la può usare chiunque, compresa la base wireless del vicino. Quando ci sono reti senza fili molto vicine, possono nascere conflitti.
I segnali più evidenti sono il funzionamento a intermittenza della rete.

Le reti wireless per trasmettere i dati possono usare onde elettromagnetiche di vario tipo, quali:

le onde radio a 902 MHz

i raggi infrarossi a 820 nanometri

le microonde a 2,4 GHz, usate anche dai forni a microonde ed i telefoni cellulari, i quali possono quindi disturbare le WLAN

le microonde a 5 Ghz, cioè alla frequenza con cui trasmettono i satelliti; per questo motivo ne è vietato l’uso al di fuori di ambienti chiusi.
La soluzione più usata a livello commerciale attualmente sono le frequenza dei 2,4 Ghz modulate con particolari protocolli. Senza scendere in tecnicismi difficilmente comprensibili citiamo i principali problemi legati ai disturbi delle reti wireless:

La maggior parte dei problemi sono causati da Interferenze RF e dall’esistenza di “punti morti” di ricezione del segnale che possono essere corretti con una migliore localizzazione e posizionamento delle antenne. Le reti WiFi IEEE 802.11 dividono lo spettro di frequenza disponibile in 14 sottocanali da 22 MHz l’uno. I canali sono parzialmente sovrapposti tra loro in frequenza, quindi tra due canali consecutivi esiste una forte interferenza, questo significa che un dispositivo senza fili che trasmette nella gamma di frequenza del canale 1, non interferisce solo sul canale 1, ma causa interferenze sui canali 2,3,4 e 5 , detto questo, va si considerato che la tecnologia di tali reti prevede un controllo ed una correzione di errori, ma non dimentichiamo che gli stessi, per essere “corretti” hanno bisogno di un certo tempo che va ad incidere quindi sulla velocità media di connessione.

Ricapitolando quindi, i maggiori responsabili dei malfunzionamenti delle reti wireless sono fondamentalmente di tre tipi

1) Interferenze legate ad altri canali wireless, in questo caso si può scaricare dalla rete un software analizzatore di reti wireless per visualizzare visivamente gli altri segnali presenti che potrebbero interferire con il nostro e una volta trovati, spostare il nostro canale di trasmissione per ridurre o eliminare l’interferenza.

2) Problemi legate ad un segnale troppo basso, in questo caso amplificare opportunamente o utilizzare piccoli pannelli direttivi appositamente costruiti per tali usi.

3) Apparecchiature funzionanti in isofrequenza, vedi forni a microonde, ripetitori audio video a 2,4 Ghz ecc. In questo caso allontanare i dispositivi dalla sorgente ricevente, ottimizzare il puntamento delle antenne o disattivare tali apparecchiature durante l’uso della rete.